Quale gonna indossaremo noi over? e quale è la sua storia millenaria?
- Terry
- 14 mag
- Tempo di lettura: 7 min

Quali sono le gonne che dovremo aggiungere al guardaroba per questa primavera?
Una cosa é certa, il ritorno delle gonne che da un pò non erano più le protagoniste soppiantate solo da pantaloni, bermuda e shorts.
Le gonne di adesso incarnano l'idea di un eleganza moderma, rilassata ma estremamente curata.
I modelli di tendenza della bella stagione ci faranno letteralmente sognare tramite tessuti, applicazioni, tagli e silhouette di ogni genere e forma, richiamando uno stile ed eleganza classico oppure contemporaneo e stravagante: da una parte troviamo tagli iconici e senza tempo, come per la wrap skirt (la gonna fluida) e la maxi gonna, dall'altra i design alternativi e mai banali, come per le divertenti gonne a palloncino, voluminose, che “sfidano la forza della gravità insieme a gonne semi-trasparenti arricchite con inserti e applicazioni.
Per chi le ama ma sa di non poter osare troppo, perché l'eleganza non si baratta mai, i modelli che non possono mancare sono due: la gonna a palloncino e la gonna fluida.

Le gonne a palloncino rimandano agli anni 2000 ma con quache novità.
Le forme sono più morbide anche se il volume rimane importante mentre i tessuti sono più leggeri con un effetto molto naturale. Le lunghezze sono variabili, da quelle molto corte a quelle midi o inserire negli abiti: più eleganti e adatte a noi.
I tessuti da prediligere sono il taffetà, il satin, l'organza e il cotone leggero.
I colori sono quelli già citati nel mio post precedente ( www.lussoelifestylediterry.com/post/primavera-2025-colori-di-tendenza) ma non mancano le stampe che io preferisco geometriche.
Non dimentico che i miei consigli sono rivolte a voi donne mature!
Sono gonne che spesso hanno un dettaglio sartoriale con arricciature controllate o strutture all'interno che aiutano a mantenere la forma.
Come portarle? per noi direi che sono belle con una cintura in tessuto (se il fisico lo permette) o in pelle a fascia per poi abbinarle a capi minimal come top a costine, camicie fitted e blazer asciutti.
Ai piedi potete scegliere un sandalo sottile o una slingback con tacco basso. A mio parere eviterei la sneacker ma se proprio volete una scarpa chiusa allora é meglio una ballerina stile mary jane che é tornata molto in auge.
La gonna a palloncino, o a mongolfiera, nasce negli anni 50, un periodo in cui si sperimentava molto sulle nuove forme femminili. Nel 1951 lo stilista spagnolo Cristóbal Balenciaga introdusse un abito da cocktail con silhouette a mongolfiera, rivoluzionando la tipica forma degli abiti da donna.

La gonna fluida é un must assoluto, di un eleganza sciolta e molto versatile.
Le linee scivolate e ampie permettono a tutte di indossarle perché cadono naturalmente sul corpo senza strutture rigide. Preferite lunghezze midi o maxi con taglio in sbieco che dà movimento al tessuto.
Io ne ho anche con orlo più corto da un lato, tagliata a sbieco, e la trovo molto femminili.

I materiali sono vari, dalla seta alla viscosa, dal chiffon al crepe leggero ma anche misti come ad esempio quelle con baschina strutturata e lunghezza morbida e sciolta.

Se proprio dobbiamo scegliere i colori io eviterei le fantasie ma non mi dispiacciono le applicazioni di fiori o cristalli.
Scegliete colori neutri come il beige, il sabbia,il grigio chiaro o il latte-menta così da poterle mixare facilmente.

Se volete dare un tocco di seduzione optate per spacchi laterali, vita alta ,inserti in pizzo o trasparenze delicate.
Io ne ho anche con orlo più corto da un lato e un fondo piega con spacco nella parte più lunga: le trovo molto femminili.

Su queste gonne io abbinrei camicie over infilate davanti in vita, balzer destrutturati o una bella t-shirt. Le ballerine in forme aggiornate o una bella slingback con tacco medio sono modelli contemporanei quindi approfittane per portarle con queste gonne; in alternativa sandali ma no agli stivaletti flat.
Molto in trend é il top con la baschina che sta benissimo su queste gonne e trovo molto chic per noi.
Seconde me é portabile anche se non si ha una silhouette sottile, anzi, bilancia bene la parte superiore a campana dell'outfit con la parte inferiore, quindi la gonna, scivolata sui fianchi.
I migliori son in tessuti costruiti in modo da non perdere forma una volta indossati.
Io ne ho avuti, mison pentita di averli eliminati anche se, lo confesso, forse ora mistarebbero stretti!
La gonna fluida o gonna in sbieco é stata un must negli anni '50 quando si indossavano taileur con giacche fitted e gonne midi corredate da bellissimi cappellini.
Scommetto che anche voi avrete trovate gonne uguali nell'armadio della mamma.
Io ricordo che da bambina mi divertivo a indossarli per sembrare più grande!
La storia della gonna
Ha origini antichissime; ritrovamenti e raffigurazioni dimostrano che fossero in uso fin dalle antiche civiltà mesopotamiche, quando i corpi erano avvolti in porzioni di tessuto che coprivano il corpo dal bacino in giù.
Era intorno al 5000 a.C. che questi popoli utilizzavano delle pelli di bovino legate in vita per fasciare il corpo e proteggersi dalle intemperie.
Le testimonianze più significative sulla forma e sulla realizzazione di questo indumento risalgono invece al periodo sumero, in particolare alle varie tipologie di Kaunakès: erano vesti a balze sovrapposte realizzate con la pelle degli ovini.

Durante il periodo egizio, la gonna era formata da teli di lino di diverse lunghezze annodati sotto l’ombelico, diventando sempre più pregiata fino ad arrivare ad essere il simbolo del potere: il faraone e i suoi dignitari indossavano lo Skentis, lungo fino alle caviglie e ampiamente decorato.

In epoca Greco- Romana invece, i vestiti non avevano genere: sia donne che uomini indossavano il Peplo, rettangolo di stoffa drappeggiato intorno ai fianchi, insieme ad una mantella che avvolgeva tutto il corpo.

Quando entrarono in contatto con i Barbari, i “civilizzatissimi” Romani rimasero inorriditi dal vedere che i loro uomini portavano i pantaloni, e non le gonne!
Fino all’Alto Medioevo si usava la Tunica, un sostituto della gonna che corrispondeva a un ampio vestito. Sia uomini che donne indossavano le tuniche o cosiddette “gonnelle”, riservate, oltre alla popolazione femminile, anche a persone di alto rango e clero, a differenza del pantalone, che era considerato per lo più un indumento umile o da guerra e di importazione barbarica.

È solo con l’avvento del Rinascimento che si completa la separazione dell’abbigliamento tra maschi e femmina. Da questo momento, la gonna si trasforma in un capo voluminoso e sproporzionato, che limita molto i movimenti. La gonna comincia a diventare prerogativa solo femminile, oltre che a cambiare tessuti e modelli in base alle varie culture.

È proprio durante quest’era di sfarzo che nasce la “gonna” come la conosciamo oggi: in particolare, nel 1672 alla corte del re Luigi XIV, all’interno del Dictionnaire de l'Académie française, compare il termine "Jupe” (gonna in francese), per descrivere un “capo d’abbigliamento femminile che va dalla vita ai piedi”. Da questo momento in poi, il suo stile inizia a trasformarsi rispecchiando i cambiamenti sociali, etici e morali di ogni periodo storico.

Se già da metà dell’Ottocento, essa inizia ad assumere una linea più pratica e comoda, è solo durante i due conflitti mondiali che inizia ad accorciarsi per trovare una soluzione alla carenza di materiali.
È qui che nasce la gonna midi, nel modello a ruota diffuso da Christian Dior e nell’iconico modello a tailleur della grandissima stilista Coco Chanel, uscito nel 1954.
Negli anni '50 Yves Saint Laurent, all’epoca stilista di Christian Dior, ha reso questo nuovo modello uno standard nella moda, continuamente rivisitata nei decenni successivi. Popolarissima negli anni 80, Madonna e Lady Diana erano fan, nei 2000 ha fatto l’ultima apparizione.

La rivoluzione che ha determinato la vera svolta nella storia millenaria della gonna è avvenuta solo a partire dagli anni ‘60 con la nascita della minigonna di Mary Quant che rifletteva la contestazione giovanile e l’emancipazione femminile contro le politiche conservatrici e maschiliste del tempo.
Curiosità : In Italia esisteva, nel paese di Rivanazzano, in provincia di Pavia, uno stile del tutto particolare di gonna, elaborato in modo da evidenziare in maggior misura le dimensioni del sedere femminile (fino a quattro volte quelle reali) e che divenne celebre nel dopoguerra: la gonna di Rivanazzano comparsa poi nel film di Federico Fellini 8½.

La gonna nel mondo
Nonostante sia un indumento poco usato dagli uomini occidentali, in moltissime culture la gonna è parte regolare se non addirittura protagonista del guardaroba maschile.
Partendo dall’Europa, non possiamo non menzionare gli Scozzesi, che indossano il kilt, una gonna corta a portafoglio che richiama vagamente la toga romana. Il kilt è un segno di identificazione non solo della cultura scozzese nel mondo ma anche tra famiglie scozzesi: ognuna infatti è rappresentata da un colore e un disegno distintivo.
In paesi come Marocco, Ghana, Kenya e Sudafrica gli uomini indossano il Khaftan, una tunica di seta o di cotone lunga originaria della Turchia.
Può avere delle stampe molto colorate o al contrario essere monocromatica, e veniva originariamente indossato dai sultani ottomani.

Gli uomini musulmani nei paesi arabi indossano anche la Dishdasha, una tunica lunga fino alle caviglie e a maniche lunghe che può essere fatta di cotone ma anche di lana.

Spostandoci verso Oriente, in India gli uomini usano il Dhoti, indumento tradizionale legato in vita che scende come un pareo, anche se ci sono più di 60 modi in cui questo pezzo di stoffa può essere indossato e ogni regione ha le sue regole. Viene utilizzato nelle occasioni formali, ai matrimoni e agli eventi importanti.

Nel Sud-Est Asiatico e nelle isole del Pacifico è molto diffuso il Sarong, una gonna indossata da uomini e donne in genere di colori molto sgargianti. È molto simile al pareo e ogni Paese ha le sue regole per l’utilizzo, ad esempio in Sri Lanka è spesso considerato un indumento per le classi sociali inferiori mentre in Malesia è indossato dagli uomini solo per la preghiera del venerdì alla moschea.
Infine come dimenticare il kimono, il costume nazionale del Giappone, indossato da entrambi i sessi e a ogni età. Le differenze tra quelli da donna e quelli da uomo consistono principalmente nel tessuto (più opaco e meno formale) e nei colori (in genere blu, nero o grigio).
Da simbolo di emancipazione a capo versatile per ogni occasione, la gonna ha saputo reinventarsi attraverso i secoli: le influenze storiche trovano ancora oggi riflesso nei design contemporanei, ma resta un capo iconico del guardaroba femminile. Grazie alle infinite varianti di tessuti, lunghezze e stili, si adatta perfettamente ai cambiamenti della moda e alle esigenze di chi la indossa.
Tutto questo dimostra che oggi non si inventa nulla ma la moda rimanda e si ispira al passato, agli studi sulle usanze e le tradizioni delle popolazioni antiche.
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